martedì 9 novembre 2010

La gru e i gamberi


La gru
 Da un paio di settimane sei immigrati, a Brescia, vivono a diverse decine di metri da terra, su una gru. Qualche chilometro più a ovest, a Milano, altri immigrati si sono invece arrampicati in cima alla torre ex Carlo Erba, in via Imbonati. Stanno lì dal 5 novembre. Staccando l'ombra da terra  - felice titolo di un bellissimo romanzo di Daniele Del Giudice, correva il 1994 - si stanno rendendo ulteriormente conto di quanto strano sia il nostro Paese. Che si esalta per i successi oltre oceano dei nostri migranti - tipo Cuomo - ma che in casa proprio lo straniero non lo vuole, proprio no.
Gli immigrati di Brescia e quelli di Milano, tanto per sgomberare il campo dagli equivoci, non stanno lì perchè sperano di essere scritturati dal Grande Fratello o dall'Isola dei famosi. No, assolutamente. Stanno lì perchè vorrebbero vedersi riconosciuto il diritto al lavoro e il permesso di soggiorno. Quei migranti lì sono semplicemente lavoratori. E per questo non fanno notizia. Rappresentano la punta di un iceberg fatto da almeno 50 mila persone che si sentono prese per i fondelli da una sanatoria farsa e per la quale hanno pure pagato. Una sanatoria, quella del 2009, pensata per far emergere i lavoratori dal nero e dalla clandestinità ma che però si rivolgeva soltanto a due categorie, colf e badanti. Tagliando fuori, di fatto, la stragande maggioranza dei lavoratori.
Le associazioni che in queste settimane si sono attivate sono concordi nel sottolineare che il pagamento di una tassa di 500 euro (mica bruschette), la dubbia esclusione di chi ha precedenti espulsioni e l'attivazione di reti criminali diffuse per lo sfruttamento e l'estorsione dei cittadini stranieri hanno generato un mostro sociale, culturale e giuridico. "Gli immigrati privi di permesso di soggiorno sono un milione in tutta Italia - dice Shukri Said, presidente di Migrare-Osservatorio sul fenomeno dell'immigrazione - Occorre pensare a una soluzione generale che solo una vera sanatoria può assicurare, certo non limitata ad alcune categorie di lavoratori".
Mi pare già di sentirle le obiezioni: "servono le regole!". E io sono d'accordo. Ma vogliamo concentrarci sulla funzionalità di tali regole e non sulla sola valenza repressiva? Perchè una sanatoria solo per colf e badanti? E di quelle migliaia di lavoratori stile Brescia e Milano che ne facciamo? E le imprese, dove attingeranno la manodopera?
Di fronte a queste domande e di fronte alla richiesta di aprire un tavolo di confronto la reazione dello Stato è la seguente: non si tratta. E di fronte alla pacifica manifestazione di chi, sotto alla gru, a Brescia, testimoniava solidarietà ai lavoratori la reazione della polizia è quella che potete vedere cliccando qui: carica!
Stiamo calmi, per favore.

COUS COUS DI VERDURE CON GAMBERONI IN CROSTA (per 4 persone)
  • 250g di cous cous precotto
  • 1 peperone giallo
  • 1 peperone rosso
  • 4 carote medie
  • 4 zucchine medie
  • 1 melanzana
  • 250g di ceci già lessati
  • 1 cipolla bianca
  • 1 bustina di zafferano
  • 2 cucchianini di curry
  • 1 manciata di coriandolo
  • pepe nero
  • 1 peperoncino
  • sale
  • olio extra vergine di oliva
  • olio di semi di mais
  • 12 gamberoni
  • pangrattato
  • timo
  • 1 radice di zenzero
Lavate, mondate e tagliate a tocchetti non piccoli le verdure (peperoni, carote, zucchine, melanzana). Mettetele da parte. In una padella grande (io solitamente uso una wok) mettete l'olio e la cipolla tagliata a fette sottili. Fate rosolare. Aggiungete le spezie: peperoncino, pepe nero, coriandolo. Lasciate insaporire il soffritto e versate le carote e i peperoni. Aggiungete dell'acqua già bollente e lasciate andare a fuoco moderatamente vivace per circa venti minuti. A questo punto buttate dentro i tocchetti di melanzana e via per altri 5 minuti. Ora le zucchine. Fate trascorrere 10 minuti ancora e mettete in padella anche i ceci precedentemente scolati. Aggiustate di sale, regolate la fiamma. Le verdure, è importante, devono stufare. Quando pronte - croccanti o molto cotte - avranno comunque formato un sughetto leggermente velato.
A parte, intanto, avrete preparato il cous cous versando i grani in acqua bollente dove avrete fatto sciogliere il curry. Lasciate assorbire l'acqua, aggiungete un filo d'olio e sgranate.  Sistemate il cous cous in un piatto da portata formando un anello (al centro andranno le verdure).
A questo punto le verdure saranno cotte. A fiamma bassa versare la bustina di zafferano, mescolare e regolare di sale e pepe. Spegnete e lasciate riposare.
In una ciotola mischiate il pangrattato con il timo (un rametto), un pizzico di sale, e una grattata di zenzero. Sgusciate i gamberoni lasciando le teste attaccate e avendo cura di rimuovere operando una incisione quel filino nero che si vede (il budellino) che lascia un sapore amaro. Passate i gamberoni in un'altra ciotola dove avrete versato dell'olio di oliva, impanateli (ma non le teste) e friggeteli velocemente in una padella dove avrete fatto scaldare l'olio di semi di mais. Scolate i gamberoni su carta assorbente. A questo punto versate le verdure al centro del piatto da portata, con il sughetto irrorate il cous cous e posizionate sopra i gamberoni in crosta di pane.

Vino: Chardonnay Sicilia Igt

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